Come proteggersi e rispondere agli incidenti informatici in modo efficace ma senza sforare il budget
Proteggere un’azienda da un incendio è una prassi scontata: si predispone un piano per la sicurezza di persone e infrastrutture, si posizionano estintori strategicamente e si studiano procedure per ripristinare rapidamente l’operatività. Lo stesso approccio dovrebbe essere adottato per la sicurezza informatica, con un solido piano di Incident Response (IR): l’insieme dei processi per gestire gli attacchi informatici, minimizzarne l’impatto e ripristinare rapidamente i sistemi.
Tuttavia, per molte PMI è difficile strutturare un piano efficace per la mancanza di risorse o competenze adeguate. Quando il piano è presente, spesso non è aggiornato alle minacce più recenti.
Partiamo quindi dalle basi: come si costruisce un buon piano di Incident Response?
I passaggi obbligati per costruire un piano di Incident Response
Un solido piano di Incident Response si articola in sette fasi. Vediamole nel dettaglio.
1. Preparazione
In questo step si definiscono le procedure per prevenire e gestire gli incidenti di sicurezza. Si istituisce l’Incident Response Team (IRT), il gruppo di professionisti responsabile della gestione degli attacchi informatici, della notifica alle autorità competenti e della verifica periodica delle procedure di IR. Il team solitamente comprende:
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- un responsabile del team;
- uno o due esperti di sistemi operativi e system forensics;
- uno o due specialisti di network forensics e reti;
- un analista di malware e reverse engineering.
2. Identificazione e scoping
Questa è una delle fasi più critiche: si rileva l’incidente e si individuano i sistemi compromessi. La complessità della rete aziendale e il livello di abilità dell’attaccante possono rendere questa operazione particolarmente difficile e spesso le aziende non riescono a stimare correttamente l’entità del danno. Lo scoping, ovvero l’analisi degli obiettivi dell’attacco per comprenderne la portata, si lega a doppia chiave all’identificazione ed è altrettanto importante.
3. Contenimento
Il contenimento è efficace solo se l’identificazione è stata accurata e sono stati individuati tutti i sistemi compromessi. In questa fase si cerca di limitare il danno, isolando i sistemi e impedendo che la minaccia si diffonda ulteriormente.
4. Eradicazione e bonifica
Qui si passa al contrattacco, mettendo in atto azioni per rimuovere completamente la minaccia. Tra le attività principali ci sono:
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- Cambio delle password;
- Rimozione di malware;
- Blocco di IP e domini malevoli;
- Reinstallazione dei sistemi compromessi.
5. Recupero
Si procede al ripristino dell’infrastruttura IT seguendo il piano di business continuity e disaster recovery. Le attività principali includono:
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- Implementazione di un piano di aggiornamento software (patch management);
- Rafforzamento della sicurezza degli accessi e delle password;
- Monitoraggio e analisi centralizzata dei log di sistema;
- Potenziamento della sicurezza di reti e sistemi.
A seconda della gravità dell’attacco, il recupero può richiedere giorni o settimane.
6. Follow-up
Dopo l’incidente, è essenziale un’analisi approfondita per capire come si è verificato l’attacco, accertarsi che la minaccia sia stata completamente rimossa e apportare eventuali miglioramenti alle strategie di difesa.
7. Testing
L’ultima fase prevede monitoraggio, prevenzione e audit continui per garantire che i sistemi siano sempre protetti. Test periodici permettono di individuare nuove vulnerabilità e migliorare il piano di Incident Response.
I limiti delle PMI: Difficoltà economiche ed organizzative
Le piccole e medie imprese spesso faticano a gestire un piano di Incident Response efficace. La mancanza di una visione chiara e della consapevolezza sulle azioni da intraprendere porta molte aziende a reagire agli attacchi in modo disorganizzato, concentrandosi solo sull’emergenza senza una strategia strutturata. Questo approccio, unito all’assenza di piani di disaster recovery e business continuity, rende il ripristino dei dati e dell’operatività più lungo e costoso.
Un altro ostacolo frequente è il fattore economico. Le PMI hanno budget più limitati per investire in sicurezza informatica, formazione del personale e strumenti di monitoraggio avanzati come NOC (Network Operations Center) ed EDR (Endpoint Detection and Response). Questa carenza aumenta il rischio che gli attacchi non vengano rilevati in tempo.
A differenza delle grandi aziende, le PMI raramente dispongono di un Incident Response Team (IRT) interno, e i dipendenti potrebbero non essere adeguatamente formati su minacce come phishing, malware e attacchi informatici avanzati, aumentando così la vulnerabilità dell’azienda.
Gli MSP: a servizio PMI per un piano di Incident Response solido e sostenibile
Affidarsi a professionisti esterni come i Managed Service Provider (MSP) si rivela una soluzione efficace per le PMI che possono avere accesso a competenze specializzate e strumenti avanzati e ad una gestione efficiente e reattiva delle minacce, a costi fissi e prevedibili.
I Managed Service Provider (MSP) sono alleati importanti per le PMI per gestire la sicurezza informatica e la Incident Response per diversi motivi. Ecco i principali:
Accesso a competenze specializzate
Le PMI possono contare su esperti di cybersecurity e gestione dei sistemi
Riduzione e prevedibilità dei costi
Le tecnologie e i servizi di sicurezza sono disponibili attraverso un canone fisso, evitando costi imprevedibili legati a emergenze o aggiornamenti.
Monitoraggio 24/7
Gli MSP utilizzano sistemi di monitoraggio continuo della rete e degli endpoint, individuando in tempo reale attività sospette e garantendo una risposta tempestiva prima che l’incidente si trasformi in un danno grave.
Gestione delle patch
Mantengono aggiornati sistemi, software e applicazioni, riducendo le vulnerabilità e limitando le possibilità di attacco da parte degli hacker.
Implementazione di strumenti avanzati
Forniscono tecnologie di sicurezza come EDR (Endpoint Detection and Response), antivirus avanzati e firewall di ultima generazione, che molte PMI non potrebbero permettersi o gestire autonomamente.
Backup e Disaster Recovery
Implementano strategie di backup sicure e piani di disaster recovery, fondamentali per ripristinare rapidamente dati e sistemi critici in caso di ransomware o altri attacchi.
Incident Response e Digital Forensics
In caso di violazione, gli MSP isolano i sistemi compromessi, analizzano l’attacco, determinano l’entità del danno, ripristinano i servizi e forniscono un report dettagliato per prevenire futuri incidenti.
Conformità normativa
Aiutano le PMI a rispettare normative come GDPR, NIS2 e altre regolamentazioni sulla protezione dei dati, riducendo il rischio di sanzioni e garantendo la compliance.
Incident Response: investimento necessario per le PMI, ma accessibile grazie gli MSP
Proprio come si protegge assicura l’azienda nel caso di incendi o altri incidenti “fisici” imprevisti, lo stesso approccio va adottato verso quelli digitali. Questi, infatti, sono molto più frequenti rispetto ai disastri naturali e possono causare danni concreti, come il blocco della produzione.
Oltre che a strutturare un piano di risposta agli incidenti affidabile ed efficace, è necessario mantenerlo aggiornato e scalabile, adattandolo alle nuove minacce e ai cambiamenti aziendali.
Per le PMI, che spesso non dispongono delle risorse delle grandi imprese, diventa essenziale avere accesso a competenze e strumenti avanzati senza costi imprevedibili. Affidarsi a un Managed Service Provider (MSP) è una soluzione strategica per garantire protezione, reattività e continuità operativa, superando le difficoltà legate alla gestione della sicurezza informatica.